Preciso che se si fosse trattato di replicare ad una sterile polemica, avrei tralasciato, così come ho sempre fatto sino ad oggi.
Ma trattandosi di notizie che riguardano interessi primari dei galatresi, ho il dovere di segnalare che i provvedimenti riguardanti la chiusura del plesso sino ad oggi adibito a Scuola dell’Infanzia, con le relative motivazioni, sono stati regolarmente pubblicati sui canali istituzionali del Comune (albo pretorio on line) e qui la Redazione avrebbe potuto facilmente reperirli per offrire ai propri lettori una informazione corretta e veritiera.
Ciò detto, non credo comunque che, se anche l’amministrazione avesse fatto questa scelta per risparmiare qualche decina di migliaia di euro l’anno, sarebbe stato un comportamento esecrabile.
Ad ogni buon conto, come si evince dagli atti depositati presso l’Ufficio Tecnico Comunale, la Scuola dell’infanzia non poteva restare neanche un giorno in più nell’edificio di via Aldo Moro.
Infatti la necessità di inibire, con apposita ordinanza sindacale del 16 settembre u.s., l’utilizzo della struttura in questione a causa della sua “elevatissima criticità strutturale con conseguente rischio per l’incolumità pubblica”, è la conseguenza del deposito, avvenuto solo qualche giorno addietro, di uno studio di verifica sismica eseguito ai sensi dell’OPCM 3274/2003 e delle NTC 2008 per il quale avevamo conferito l’incarico nello scorso mese di marzo (e quindi non a seguito del recente terremoto).
Chiarito dunque che il trasferimento della Scuola dell’Infanzia presso l’edificio di Via Regina Margherita non risponde a ragioni di opportunità ma di forza maggiore, per completezza di informazione credo sia opportuno precisare che:
- i lavori eseguiti alcuni anni fa nell’ambito dell’Intervento finanziato dal MIUR “PON FESR 2007/2013 Asse II – Qualità degli Ambienti Scolastici -Obiettivo C – Ambienti per l’apprendimento”, curati dell’Istituto Comprensivo –Galatro, Laureana Feroleto- hanno riguardato solo opere di ristrutturazione edilizia della struttura di Viale Aldo Moro, non essendo stata eseguita, tra l’altro, la verifica sismica (anche perché la tipologia di finanziamento non lo consentiva) e quindi disconoscendo le criticità oggi invece riscontrate;
- per l’edificio di via Regina Margherita (che per la precisione non è stato costruito negli anni “50, atteso che i lavori sono stati collaudati nel 1963) nel febbraio/marzo 2016 e nell’ambito del finanziamento concesso con D.M. (MIUR) n°933 del 10/12/2015, sono state eseguite, ai sensi delle NTC 2008, le indagini diagnostiche dei solai, le quali hanno messo in evidenza le migliori caratteristiche strutturali rispetto a quanto conseguito, oggi, presso la scuola di via A. Moro, tant’é che non sono risultati necessari interventi;
- quindi, alla luce dei risultati delle analisi strutturali, il plesso di Via Regina Margherita risulta assolutamente sicuro.
In conclusione, mi sorge spontanea una domanda: se non avessimo emesso l’ordinanza di chiusura dell’edificio scolastico di Viale Aldo Moro, la redazione di Galatro Terme News, venuta conoscenza della relazione tecnica che dichiarava la pericolosità del sito, cosa avrebbe scritto? E che tranquillità avremmo dato ai genitori?
Per fortuna, a differenza di altri Comuni, Galatro dispone di locali idonei dove ospitare sia i bambini della Scuola dell’Infanzia (ai quali – come sempre – verrà assicurato il servizio di refezione) che quelli della Scuola Primaria e, pertanto, quanto accaduto non creerà gravi disagi.
Sinceramente, però, non mi aspettavo che su una questione così importante, ancora una volta Galatro Terme News, con il “si dice”, alimentasse dubbi e perplessità non disinteressati.
Galatro 20 settembre 2016
Carmelo Panetta - Sindaco
* * *
I “si dice” nascono dal malvezzo dell’Amministrazione di non emettere, inviandoceli, comunicati stampa. E’ vero che gli atti sono all’albo pretorio online, ma noi non pubblichiamo né scriviamo la “Gazzetta Ufficiale”. Del resto una notizia è anche una raccolta di “rumors” che si diffondono tra la gente.
In ogni caso, non abbiamo pubblicato informazioni inesatte ma abbiamo dato espressione a perplessità diffuse che il sindaco ha fatto bene, con il suo sia pur tardivo intervento - avrebbe dovuto precedere e non seguire il nostro articolo - a diradare.
Dice il sindaco che da una verifica sui materiali adottati per la scuola si accerta una elevatissima criticità strutturale perché dalla indagine fatta risulta non soddisfatta la verifica statica, non soddisfatta la verifica per azioni sismiche, l’indice di rischio sismico RCD = 0.
Tutte queste belle parole stanno per dire che la struttura non riesce a sopportare il peso proprio in senso verticale e non sopporta eventuali sforzi dovuti a terremoti.
L’ultimo dato è il peggiore di tutti perché rischio sismico RCD = 0 non vuole per niente dire che non c’è rischio ma vuole dire esattamente il contrario. RCD = 0 vuole dire che anche se ci fosse la possibilità di ristrutturare o ammodernare la scuola, alla minima scossa di terremoto la struttura si potrà collassare.
Dice il sindaco che l’incarico delle suddette verifiche è stato dato alla società autorizzata lo scorso mese di marzo.
Io che, essendo ingegnere con specializzazione strutture, nella mia quarantennale vita professionale ho avuto diverse esperienze del genere, ho subito avuto qualche dubbio.
Ma come, dico, qualunque società autorizzata ha da fare delle verifiche impiega non più di qualche settimana per dare i risultati e questa li consegna all’ente che l’ha incaricata dopo quasi sei mesi?
E allora ho pensato che visti i risultati che avevano ottenuto avrebbero dovuto comunicarli al Comune che aveva dato l’incarico nel più breve tempo possibile prima che potesse succedere una tragedia.
In quella scuola sono andati i nostri figli ed anche in questo periodo erano presenti alcune decine di bimbi ed il personale della scuola e magari qualche genitore.
Se questi risultati non sono stati comunicati in tempo, la società ha una grande responsabilità morale per la tragedia che sarebbe potuta accadere.
Se invece sono stati consegnati in tempo ed il Comune non ha immediatamente preso provvedimenti vuole dire semplicemente che gli amministratori di allora che sono anche gli attuali amministratori debbono ringraziare il Padreterno visto che non è successo niente, ma dovrebbero vergognarsi di farsi vedere in paese.
Si dice in paese che da alcuni mesi è già stato presentato, per ottenere il finanziamento, il progetto preliminare di un’altra scuola dell’infanzia.
Non sappiamo se è vero, ma se dovesse essere così allora significa che gli amministratori sapevano del pericolo che i nostri figli stavano correndo.
E perché allora non avrebbero chiuso la scuola per tempo?
E’ su questo che il sindaco dovrebbe dare risposta ai galatresi facendo tutta la chiarezza possibile.
Rimaniamo in attesa di riscontro.
Nella foto: alunni impegnati in una manifestazione di due anni fa presso la Scuola dell'infanzia.
Il sindaco dice che l’incarico al laboratorio autorizzato a fare le verifiche statiche e sismiche è stato dato nel mese di marzo scorso. Si è saputo dei risultati a settembre quando già i bambini erano da alcuni giorni ritornati all’asilo.
Se i risultati sono quelli descritti nella suddetta ordinanza, abbiamo detto che già da marzo ed anche prima di tale data, c’era il rischio di un collasso della struttura scolastica con relativa tragedia per quello che poteva succedere.
Allora per farci un’idea di chi potrebbe avere una eventuale responsabilità ancorché morale, vorremmo avere chiara la dinamica di quanto successo.
Il laboratorio ha fatto le verifiche in tempo utile e non ha comunicato al comune i disastrosi risultati, oppure il laboratorio ha comunicato per tempo le verifiche effettuate e fu quanto meno negligenza degli amministratori responsabili non essere intervenuti per evitare una eventuale tragedia?
Ma il sindaco ha letto o non ha letto la nostra richiesta?
A tale proposito mi viene in mente una bellissima poesia di Giuseppe Giusti che per mettere alla berlina un generale che forse non aveva letto I Promessi Sposi, ad un certo punto gli dice: «Che fa il nesci, Eccellenza? o non l’ha letto. Ah! intendo, il suo cervel, Dio lo riposi, in tutt’altre faccende affaccendato a questa roba è morto e sotterrato.»
Forse il cervello del sindaco è in tutt’altre faccende affaccendato?
Forse è molto più importante tenere sotto controllo le terme per poterle fare gestire da questa fantomatica anonima fondazione di cui il sindaco sarà l’onnipotente. Ma quella è un’altra storia!
Ripetiamo pertanto la domanda fatta per le notizie sulla scuola per la quale attendiamo risposta. La deve il sindaco per il rispetto dovuto a tutti i genitori che hanno mandato i figli in quell’asilo a rischio di crollo e lo deve a tutti i galatresi che hanno voglia di sapere e che, comunque vada, sapranno.
Dice nei suoi articoli: "Il Sindaco deve una risposta per il rispetto dovuto a tutti i genitori che hanno mandato i figli in quell'asilo a rischio di crollo e lo deve dire a tutti i galatresi che hanno voglia di sapere..."; "Allora per farci un'idea di chi potrebbe avere eventuale responsabilità ancorchè morale, vorremmo avere chiara la dinamica di quanto successo...".
Caro ingegnere vorrei darle delle delucidazioni in merito, circa alcuni eventi che hanno preceduto lo stato attuale delle cose.
Nell'anno scolastico 2014/2015 io ero rappresentante dei genitori della sezione di mio figlio e Veronica Lamonaca lo era dell'altra sezione. Ricordo benissimo, e dovrebbe ricordarlo molto bene anche lei, poichè all'epoca anche suo nipote frequentava l'asilo ed era in classe con mio figlio, che ci sono stati dei lavori per dare "una sistemata" al tetto e l'imbiancatura dei locali dalla cucina, alla mensa, alle aule, hanno aggiustato i bagni ecc. ecc., tutte operazioni che sono state svolte durante le normali attività scolastiche, con all'interno della struttura tutti i bambini. Ricordo perfettamente che io, ignara di tutto, un giorno nell'andare a prendere mio figlio, mi ritrovai di fronte uno scenario a dir poco disdicevole, con un via vai di operai all'interno e all'esterno dei locali, materiali sparsi in tutto l'androne e polvere ovunque. Io in quell'occasione non feci andare mio figlio a scuola fino al termine dei lavori che durarono poco più di una settimana.
Ora porgo a lei una domanda: "Non trova inaccettabile che gli stessi genitori che quest'anno hanno mandato i figli in quell'asilo a rischio crollo, siano in linea di massima gli stessi che li hanno mandati nonostante il cantiere aperto durante le lezioni in quell'anno?". Ricordo che in quella occasione io avevo proposto ai genitori di tenere a casa i propri figli, perchè oltre al disagio, e al pericolo per i bambini, tutto ciò stava avvenendo senza previa comunicazione. Lei pensa che qualcuno mi abbia dato ascolto?!
Lei dice di essere un ingegnere con specializzazione in strutture da quarant'anni. Come mai in quella occasione non si è adoperato per verificare di persona lo svolgimento dei lavori? Come mai all'epoca, nonostante il "solito chiaccherio dai toni polemici", quella situazione disagevole non ha suscitato in lei nessun interesse, nonostante in fondo le sarebbe, almeno in parte, dovuto interessare?
Sono parecchie le situazioni che "non vanno" ma il detto "l'unione fa la forza" oramai ha il solo intento di ampliare le critiche che da costruttive mirano a lasciare il tempo che trovano.
Per quanto riguarda la "fantomatica fondazione di cui il sindaco sarà l'onnipotente" penso che lei potrebbe chiedere ulteriori delucidazioni al capogruppo per esempio; e comunque anche questa espressione, per riferirsi ad un qualcosa che potrebbe portare dei reali miglioramenti al nostro paese, tanto per voler polemizzare inutilmente, detta da un valido professionista come lei, a mio avviso è poco professionale. Diceva Machiavelli: "Il fine giustifica i mezzi". E se per risollevare le sorti del mio paese quella della fondazione sarà una manovra valida, ben venga.
Per concludere vorrei aprire una breve parentesi circa la raccolta porta a porta, poiché spesso e, ahimè malvolentieri, vengo "tirata in mezzo" anche io in quanto moglie di uno degli operatori addetti al servizio. A tal proposito ci terrei a dire, rivolgendomi principalmente a tutti coloro che scrivono su Facebook baggianate circa un "fantomatico disservizio" degli operatori, che questo tipo di raccolta, oltre ad essere porta a porta, è anche una "raccolta differenziata", il che significa, per chi ancora non l'avesse capito, che bisogna fare la "differenza" tra i vari materiali, come per esempio l'umido, che riguarda i residui di cibo ammettendo la presenza di qualche tovagliolo di carta poichè in quanto fibra naturale come il cibo si deteriora, e non i piatti di plastica sporchi di cibo, la plastica non è una sostanza naturale, così come non hanno attinenza gli indumenti all'interno del sacco con la plastica.
Spesso e volentieri mi ritrovo a dover spiegare ai miei concittadini il perchè ci sono degli episodi per cui i due operatori non possono tassativamente ritirare i sacchi "non conformi" alla tipologia del rifiuto del giorno.
Sento sempre ripetere la "litania": "U foresteri ndi pigghiava e i paisani no". "U foresteri i pigghiava" perchè la precedente ditta era dotata di uno spazio proprio nel quale portava tutte le tipologie di rifiuti e provvedeva lei stessa allo smistamento dei vari elementi; l'attuale ditta non possiede un suo spazio addetto e perciò si ritrova a dover portare le varie tipologie nei giorni prestabiliti nelle varie discariche, le quali per procedere allo smaltimento dei rifiuti esigono che i materiali siano selezionati dai cittadini in maniera corretta altrimenti non vengono accettati, e così ha inizio un "circolo vizioso" in cui la discarica non scarica, il datore ammonisce i due operatori che di conseguenza non ritirano i sacchi "male organizzati".
Per cui esorterei chi ancora non ha capito, o non vuole capire, a sforzarsi di fare meglio la differenziazione dei materiali, e a tenere i piatti d'argento per le occasioni importanti.
L’aumento delle firme necessarie per presentare una proposta di referendum aumenta ancor più la frattura tra le due parti, atteso che in tal modo viene reso molto più difficile al popolo l’esercizio della sua sovranità. La riduzione dei seggi dovrebbe poi comportare un decremento del deficit pubblico. La crescita del disavanzo potrebbe, però, essere mitigata con una maggiore diminuzione degli emolumenti e delle indennità percepite dai componenti del Parlamento. In ogni caso, ciò è sufficiente a garantire una migliore funzionalità del sopraindicato organo? Forse occorrerebbe diminuire l’enorme mole di lavoro che viene affidata a tale assemblea legislativa.
La modifica del titolo V, inoltre, stravolgerebbe nuovamente il rapporto tra lo Stato e le Regioni, dal momento che aumenta il potere legislativo esclusivo del potere centrale, a scapito di quello concorrente o residuale a tutt’oggi esercitato dalle Regioni. Ciò dovrebbe porre fine ai conflitti di attribuzione sorti tra i due enti a seguito della riforma del 2001 del suddetto titolo. In realtà si corre il rischio di aumentare la disparità tra le Regioni in settori fondamentali, come la sanità.
In buona sostanza la riforma messa in evidenza con il referendum rappresenta un forte attacco al nostro sistema democratico.