Nei giorni scorsi, il Sig. Trimarchi Giuseppe, nella qualità di Direttore Generale della Terme Service S.r.l., ha fatto affiggere per le vie del paese un manifesto, scritto di proprio pugno davanti a testimoni, in cui in maniera allusiva e indiretta, ma chiaramente comprensibile, accusa il Sindaco di Galatro di averlo pubblicamente ingiuriato e offeso nonché di averlo fatto oggetto di angherie, vessazioni e, finanche, di stalking.
Dato che si tratta di accuse gravissime ed infamanti e che la tolleranza sin qui dimostrata dall’Amministrazione Comunale è stata evidentemente scambiata per debolezza, è arrivato il momento di chiarire, una volta per tutte, dove sta il vero e dove il falso e, soprattutto, di far conoscere ai galatresi il vero volto di questo “personaggio” che, addirittura, promette di non rispondere più ad un Sindaco che, a suo dire, non meriterebbe neanche di essere chiamato uomo.
In realtà, per chi non lo sapesse, la ragione per cui è stato affisso il manifesto della Terme Service sta nel fatto che l’Amministrazione Comunale, sino ad oggi, si è sempre rifiutata di avere rapporti con il sig. Trimarchi Giuseppe, già pluriprotestato e dichiarato fallito dal Tribunale di Palmi con sentenza n. 13/2000, senza aver prima ricevuto idonea documentazione della sua valida nomina a Direttore Generale.
Tuttavia, invece che fornire tali documenti, il soggetto in questione ha pensato bene di far pubblicare sul manifesto alcuni atti in fotocopia e, allo stesso tempo, ha “promesso” di non rispondere più al Sindaco che gli chiedeva solo di poter vedere le carte.
Però, visto che il diavolo a volte fa le pentole ma non i coperchi, nella sua estrema furbizia al Sig. Trimarchi non è venuto in mente che a Galatro non tutti sono allocchi che pendono dalle sue labbra e che qualcuno poteva accorgersi che la nomina a Direttore Generale da lui inserita nel manifesto “per stabilire finalmente la verità”, non era altro che un ignobile fotomontaggio realizzato sbianchettando e falsificando un attestato dell’Ufficio del Registro!
ECCE HOMO!
Ma davvero pensava il Sig. Trimarchi di poter così facilmente imbrogliare l’Amministrazione Comunale? Ma sono questi i metodi con cui vuole “dare alle Terme di Galatro il posto che meritano nel contesto turistico calabrese e nazionale”?
Pensi piuttosto ad assicurare tutto il personale che lavora alle terme, a pagare il canone di affitto dovuto al Comune ed a versare i tributi arretrati, per i quali è già stato messo in mora dall’Ufficio Ragioneria!
Inoltre, lo invitiamo a preoccuparsi più delle conseguenze del suo misero operato, di cui dovrà ovviamente rispondere davanti alla legge, che dei problemi dell’Amministrazione Comunale, perché le “persone per bene” che circondano il Sindaco sanno perfettamente qual è lo spessore umano e morale di Carmelo Panetta ed ora stanno imparando a conoscere anche quello del sig. Trimarchi.
Una cosa è certa: fino a quando non verranno prodotti, in originale o in copia autenticata da pubblico ufficiale, atti debitamente registrati alla Camera di Commercio che comportano il valido trasferimento dei poteri di rappresentanza esterna, il Comune di Galatro continuerà a riconoscere quale unico interlocutore per la Terme Service la sig.ra Trimarchi Antonietta Federica, nata a Polistena il 04/12/1990, la cui nomina ad Amministratore della società risulta essere stata legalmente effettuata e trascritta nel Registro delle Imprese, ma che questa Amministrazione, nonostante i ripetuti inviti, non ha mai avuto l’onore di conoscere.
P.S. Si avvisa chi potesse avere qualche dubbio in proposito, che le campagne diffamatorie e gli attacchi personali che, guarda caso, hanno avuto inizio nel momento in cui è stata respinta la richiesta di “ammorbidire” le condizioni del contratto di affidamento delle Terme, non faranno cambiare di una virgola l’operato di questa Amministrazione. Lavoreremo sempre di più, per far ritornare il Comune protagonista principale della gestione e delle sorti delle NOSTRE Terme.
Galatro, 2 ottobre 2011
I Consiglieri Comunali del Gruppo Tromba
I Consiglieri Comunali del Gruppo Solidarietà
Nell'immagine in alto: stemma del Comune di Galatro.
Durante la manifestazione, organizzata dal Comune, sono in programma il saluto del sindaco Carmelo Panetta e gli interventi del prof. Domenico Distilo, dell'avv. Pasquale Simari, assessore comunale, e del presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa.
Nel frattempo il giornale "Fatti di cronaca", resosi conto del clamoroso abbaglio preso, fa marcia indietro: arrivano così alla nostra redazione la rettifica e le scuse da parte del caporedattore Andrea Ferreri che saranno pubblicate anche sul n. 15 del giornale.
Pubblichiamo entrambi gli interventi.
Per quanto ci riguarda non ci sentiamo di escludere completamente la presenza di streghe a Galatro ma, nel caso ci fossero, pensiamo che potrebbero avere sembianze simili a quella della foto a destra.
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A GALATRO (OVVIAMENTE) NON CI SONO STREGHE O MALEDIZIONI
“Per quel che riguarda il giornalismo moderno, non è affare mio difenderlo. Giustifica la sua esistenza attraverso il principio darwiniano della sopravvivenza del più volgare. Io ho soltanto a che fare con la letteratura.”
Oscar Wilde
Galatro, ridente paesello finemente abbarbicato sulle colline, attraversato da tre fiumi, diviso in frazioni con nomi pittoreschi come “Montebello” (macabro,eh!?), è infestato!
Notizia bomba che apprendo mentre sto sorseggiando un caffè a Reggio Calabria. Il mio interlocutore telefonico, però, prosegue nel racconto e, quello che due secondi prima aveva suscitato in me una genuina risata, disegna sul mio volto una posa plastica di stupore: ”Le racconti tu queste cose!!Ti mando il pdf! Ci sono le foto!”.
Quindi, apprendo mio malgrado, ero diventato il proprietario (tale Claudio Massara) di una casa infestata dallo spirito di una vecchiaccia malefica che, terribile e ostinato, non mi consentiva di ristrutturare l'immobile - effettivamente l'unica “virtus” residua dell'edificio è proprio l'immobilità - ed allontanava chiunque tentasse di prenderlo in affitto per trascorrere qualche giorno tra i vapori benefici delle nostre amate terme.
Lo sgomento mi assale spietato quando, alcuni passaggi dopo, vengo a sapere di essere anche orfano di padre il quale, sacrificatosi per decenni nell'immane tentativo di ristrutturare la “sinistra” magione ed affittarla a qualcuno, aveva dovuto cedere alle inquietanti presenze avvertite “anche dai muratori durante i primi rilievi”; che è un po' come dire di andare a lavarsi la mattina già vestiti, visto che i muratori non partecipano ai “primi rilievi” (sorvolo sul fantastico “dopo aver tirato giù un muro di cotto”.).
Scopro di avere una nuova fidanzata, probabilmente col piglio dell'arredatrice 'vintage'; appassionata di sedie, preferibilmente volanti.
Dunque l'atmosfera è lugubre, macabra... no, non credo proprio!
Chiunque tenti di ambientare in un borgo del meridione che affonda bene le radici nel sole, nell'ospitalità magnogreca, nella socialità delle piazze e degli spazi comuni, nella benevolenza verso il prossimo, una storia che non sbaglio a definire millantata e “incongruente”, è molto superficiale e disinformato: alquanto sprovveduto, direi. Probabilmente non ha colto l'essenza del nostro paese. Creare un impianto 'dickensoniano' a Galatro è impossibile, non fosse altro che per la scarsa qualità del racconto che lo relega, secondo me a buon diritto, tra la schiera dei ridicoli horror di serie B anni '70, con le loro evidenti risorse economiche limitate, il loro sangue arancione e la recitazione approssimativa (qualche ostinato cinefilo obietterà che alcuni sono diventati dei
'cult-movie'. Ok, diamo anche all'articolo una quarantina d'anni di tempo!).
Fiducioso in una smentita che, ad onor del vero, non sono io a dover dare bensì il giornale, non posso che stupirmi per l'eco che una “notizia” del genere ha prodotto nella nostra comunità. Un'enfasi incredibile che davvero fa il “gioco dei falsari” viste le copie vendute grazie ad una baggianata di siffatta guisa.
Mi stupisce che in un ambiente come il nostro, quasi familiare, non si sia trovato il tempo, sconvolti dallo scoop, per raggiungermi telefonicamente prima di ergersi in roboanti riflessioni e librarsi in voli pindarici scomodando addirittura Belzebù in persona che, per dirla onestamente, anche dopo aver inforcato le lenti, non ho trovato nell'articolo. Con tutto quello che ha da fare!
Non credo che nel giornalismo valga la regola del 'buona la prima'.
Gli articoli non sono “sinfonie”: gli articoli non vengono percepiti in modo istintivo come la musica; gli articoli innescano tendenzialmente quell'attitudine deduttiva che tanto fu cara ad un genio come Conan Doyle, ma poco o niente lascia nei suoi seguaci, me compreso.
Non mi piace parlare per citazioni, ho alcune idee per conto mio (e mi contraddico visto che sto parafrasando Turgenev).
Spererei di scoprirci tutti devoti a quell'adagio medievale famoso: ”Ricorda chi sei. Ricorda tuo padre e il padre di tuo padre”.
Nelle piccole comunità come la nostra, sicure e genuine, tranquillizzanti nell'ordinario susseguirsi dei giorni, attive culturalmente, è normale come respirare sapere con chi si ha a che fare; sapere cosa si sarebbe capaci di fare o dire.
È proprio al caldo abbraccio di una robusta, piccola società come quella di Galatro che affido la mia tutela, certo di non sperimentare delusione: non sono i tribunali a dare giustizia, ma la corretta percezione di sé stessi. Ognuno di noi è consapevole del posto che occupa a Galatro; allo stesso modo ci accorgiamo quando qualcuno è “fuoriposto”.
Bene. Io non ho mai pronunciato una sola delle frasi che mi vengono attribuite. L'unica cosa di cui mi rammarico è di aver riposto troppa fiducia nel genere umano; fiducia puntualmente tradita. Non getterei mai ridicolo sulla mia terra o sul mio paese, fosse solo per una casetta cadente; così come non direi mai nulla che possa portare onta o infamia sui galatresi. Figuriamoci!
Chi mi conosce lo sa. Chi non mi conosce dovrebbe trarre le proprie conclusioni finendo di leggere. Mi espongo per riabilitare la mia immagine, pur rendendomi conto del fatto che un'inezia del genere possa averla semplicemente scalfita, e per fare luce su una storia così stupida che, se non opportunamente chiarita, rischia davvero di sconfinare nel “fantastico-assurdo” e ammettere anche l'inammissibile.
Sono consapevole del fatto che anche il particolare più insignificante possa rivelarsi fatidico: come “far girare” il giornale e contribuire ad espandere un “chiacchiericcio” che ha dell'infantile.
In ultima: il caporedattore di “Fatti di cronaca” mi ha fatto sapere che rettificheranno al più presto tutta la storia sul prossimo numero.
Spero che la smentita possa avere il peso che merita; quantomeno una portata equivalente alla notizia stessa e che la gente di Galatro capisca che un loro amico e compaesano è stato vittima della propria buona fede.
La passione che mi lega indegnamente all'architettura ed alla storia mi vieterebbe rigorosamente di relegare un centro storico, a maggior ragione il nostro, fra le spire della farsa più grottesca. Siamo ciò che siamo anche perchè più generazioni, eterogenee per complessità e mezzi, simili nella robusta morale, sono cresciute all'ombra delle stesse pietre.
Questo conferisce sicurezza: questo è Galatro.
Il centro storico di un paese è uno scudo di Achille, a volte istintivamente istoriato, dietro cui tutti dovremmo voler trovare riparo: non è certo un 'horror-park'.
Mi piace pensare che, manipolando Blake, ogni uomo sia preda dei fantasmi finchè l'intelletto non si desta.
Non siamo forse il paese che ha ospitato orgogliosamente l'abate Conia e l'abate Martino, due tra le menti più prospere dei secoli scorsi?
Il nostro suolo non ha accolto un avamposto culturale come il monastero di S. Elia di Cupessino? Siamo preposti da secoli ad accogliere la bellezza dell'arte, la finezza delle lettere e l'esattezza delle scienze: non possiamo rimanere vittime di una 'trama' così maldestramente tessuta.
Galatro è un posto vivo, reattivo.
Per la serie “non tutti i mali vengono per nuocere” dovrei quasi esternare un ringraziamento a coloro i quali mi hanno messo nella condizione non di smentire una palese 'bufala', bensì di scandire a gran voce la stima e l'affetto che nutro, e sempre alimenterò, per il posto che mi ha visto crescere: che mi ha guidato nel crescere.
E poi, come è noto, nel succedersi dei secoli, di streghe vere se ne sono viste poche: di millantatori, saltimbanchi e fenomeni di vario tipo parecchi.
Purtroppo, come temo, non ne avremo mai abbastanza.
Claudio Dell'Ammassari
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ERRATA CORRIGE: A GALATRO NON CI SONO (E NON CI SONO STATE) STREGHE
Cari amici,
qualche tempo fa abbiamo subìto un vero e proprio collasso informatico che ci ha messo in difficoltà. Purtroppo, nel tentativo di rimettere a posto le cose per uscire in tempo con il numero 12 del nostro giornale, in redazione abbiamo commesso un grave errore: abbiamo mescolato le foto del comune di Galatro con una storia che riguardava un altro comune che con Galatro non c’entra affatto.
In sostanza, vi abbiamo raccontato che a Galatro c’è una casa infestata da una strega, ma non è vero. Quella casa esiste, ma non sta lì. È in un altro comune, ben distante (e ne parleremo in futuro). Ce ne scusiamo con gli abitanti di Galatro che si sono molto dispiaciuti dell’errore. E ce ne scusiamo con Claudio Dell’Ammassari, che non è il padrone di quella casa e non ha niente a che vedere con streghe e maledizioni (anche se forse qualche maledizione l’ha lanciata a noi).
Claudio Dell’Ammassari si era prestato, amichevolmente, a fare da guida all'articolista per le strade del centro storico di Galatro con l’intenzione di mostrare il paese. Non ci ha raccontato storie di streghe e con lui il nostro giornalista ha parlato di tutt’altro. Chiediamo quindi scusa a tutti per il nostro errore, ma soprattutto, ci scusiamo con voi lettori che, come noi, siete stati vittime di un infortunio informatico.