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11.1.16 - Nicola Sergio presenta a Milano con un concerto il suo nuovo CD
Massimo Distilo

19.1.16 - Galatro vista dagli studenti dell'Istituto "Da Vinci" di Lamezia Terme

Federica Crea

9.2.16 - Il pensiero è materia, o la materia è fatta di pensiero?

Pasquale Cannatà

15.2.16 - Due poesie di Gerardo Riso


25.2.16 - Spiritualità, ricerca di Dio o ricerca di se stessi?

Angelo Cannatà

12.4.16 - Nicola Sergio e Valentina Gullace in concerto a Torino e Campione d'Italia





(11.1.16) NICOLA SERGIO PRESENTA A MILANO IL SUO NUOVO CD (Massimo Distilo) - Il nuovo CD intitolato "Migrants" del pianista galatrese Nicola Sergio sarà presentato a Milano Sabato 23 Gennaio, alle ore 21,00, presso il Teatro Sala Fontana in via Boltraffio 21, nell'ambito della rassegna GoOver! Culture and Music from Europe (per info e prenotazioni: 02.69015733).
E' un disco interamente di piano solo nato da una riflessione sulla condizione in cui si trovano tutti coloro che lasciano i luoghi della propria infanzia per realizzare i loro sogni. "Migrants" non sono solo coloro che giungono coi barconi sulle coste europee dopo avventurosi viaggi in mare, o spostandosi via terra per lasciare luoghi di guerra e di fame, il termine può essere esteso a tutti quelli che, in un'epoca detta di "globalizzazione" e di viaggi facili (almeno per chi risiede in certe parti del globo), lasciano i luoghi della propria infanzia per inseguire i loro sogni altrove. Chi non ha avuto un genitore, un nonno, o un parente che si sia spostato in altre parti del mondo in cerca di lavoro o fortuna? O magari non faccia egli stesso parte di questa schiera? Alcuni di costoro sono ritornati alla terra d'origine, altri sono rimasti definitivamente nei nuovi luoghi prescelti.
Lo stesso Nicola può essere inserito nella categoria dei "migrants": da Galatro a Perugia a Parigi, prima per seguire i suoi studi e poi con l'obiettivo, e ci sta riuscendo benissimo, di realizzare i suoi sogni musicali nel campo del jazz.
Il disco presenta dieci brani dai titoli spesso molto indicativi: basta citare quello introduttivo che ha l'emblematico nome di "Lampedusa" e che rievoca subito le immagini che quotidianamente i telegiornali ci propongono (barconi, centri di prima accoglienza, tragedie del mare, guardia costiera...). "Riace" è il titolo del secondo brano e fa balenare alla mente oltre che l'emblema della Calabria - i Bronzi - anche le sterminate coste del basso Jonio dove approdano molti "migrants" ed un comune - Riace - che si distingue per la propensione all'accoglienza. Non a caso appena si giunge in spiaggia a Riace in periodo balneare (spiaggia grande libera e pulitissima con tanto di docce gratuite) si trovano tanti vasi variopinti a forma di barca con i nomi di molti stati africani.
Il pianoforte di Nicola, nella sua trama jazz, è sempre pieno di piacevoli spunti melodici che sembrano quasi riflettere e porsi domande sull'argomento al centro del disco. La riflessione non è però mai solo interiore ma sempre rivolta a catturare l'interesse e la curiosità dell'ascoltatore. Obiettivo raggiunto benissimo ad esempio nel brano "Ryork", dalla ritmica coinvolgente, ispirato alla storia di un "migrants" che voleva raggiungere New York ma che per errore finisce su una nave diretta a Rio de Janeiro. Suggestive ed inusuali atmosfere quasi orientali si respirano invece nel brano "Ellis Island", la mitica isola nei pressi di New York, dalla quale sono transitati molti "migrants" europei prima di raggiungere l'agognata America. "Migrants" è un disco che ha impresse al suo interno varie componenti - a volte antitetiche - del mondo musicale di Nicola Sergio e che può fare da sottofondo a molti momenti della nostra vita quotidiana.



Acquista il disco

Dopo il concerto di Milano il progetto "Migrants" approderà in Francia con una rappresentazione a Parigi, Venerdì 5 Febbraio, ore 20.30, presso la sala New Morning, in Rue des Petite Écuries 9. Sarà ospite lo scrittore e regista Atiq Rahimi, vincitore del premio letterario "Goncourt" e che ha conseguito vari riconoscimenti al festival del cinema di Cannes. La scenografia è del regista Nino Cannatà.



www.nicolasergio.com

Nelle foto, dall'alto: pieghevole del concerto di Nicola Sergio a Milano, copertina del cd "Migrants", locandina del progetto "Migrants" a Parigi.

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(19.1.16) GALATRO VISTA DAGLI STUDENTI DELL'ISTITUTO "DA VINCI" DI LAMEZIA TERME (Federica Crea) - Cari lettori,
è con piacere che vi rendo noti alcuni lavori che, su mio suggerimento, hanno realizzato gli alunni delle classi IV e V D del Corso di “Grafica e Comunicazione” dell’Istituto d'Istruzione Superiore “Leonardo Da Vinci” di Lamezia Terme (CZ) – retto dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Patrizia Costanzo - nell’ambito delle priorità e degli obiettivi fissati dal PTOF (piano triennale dell'offerta formativa) che l’istituzione persegue:
1. Conoscenza dei beni paesaggistici e del patrimonio storico e culturale;
2. Scuola intesa come comunità attiva aperta al territorio;
3. Potenziare il rapporto con enti e associazioni esterne.
Il tema proposto verteva sulla realizzazione di elaborati grafici e documentali concernenti la valorizzazione delle risorse naturalistiche, storiche e culturali del territorio calabrese.
La scelta del luogo da rappresentare, su mio suggerimento, è stata orientata su Galatro.
La classe IV D, ha realizzato due filmati (allieve Aurora Nicotera e Teresa Caputo) con immagini panoramiche del paese, foto di personaggi che hanno dato lustro allo stesso, chiese, monumenti storici ecc. (materiale estrapolato dal sito internet www.galatroterme.it) con sottofondo musicale, tra cui uno del Gruppo musicale galatrese dei Karadros, di entrambi i quali si propone la visione in fondo alla pagina.
Inoltre, ambedue gli elaborati contengono:
1- Un logo (che si propone in modo del tutto gratuito all'Associazione “Valle del Metramo”), realizzato dall'allievo Angelo Lucia (classe V D), così composto: nella parte alta, ambo i lati, da casette a forma di Valle che rispecchiano la conformazione geografica del paese; nella parte centrale, invece, da una chiesa in quanto luogo in cui l’associazione è nata; nella parte sottostante, da due onde di colore azzurro (che rappresentano il fiume Metramo) che smorzano il rosso del sipario posto nella parte superiore del logo in quanto la cultura ed il teatro sono lo strumento principale attraverso il quale l’associazione promuove e valorizza il territorio:


2- Un disegno paesaggistico, realizzato completamente a mano libera, tramite immagine visiva, dall'allievo Michele Manyk (Classe V D):


Gli elaborati sono stati realizzati nel corso delle ore di laboratori tecnici con il supporto mio e delle docenti Giordana Marasci e Giovanna Torcasio.
Tutti gli elaborati sono stati oggetto di studio e approfondite ricerche di tipo artistico, storico e culturale riguardanti il territorio galatrese da parte dei ragazzi, i quali sono stati coinvolti nella discussione sul potenziale sviluppo delle risorse presenti sul territorio e sono stati entusiasti di realizzare degli elaborati.
Per finire sento il dovere, oltre che di evidenziare l'impegno profuso da ambedue le classi interessate - che fuor di dubbio, attingendo a tutte le positività territoriali, consente di esternare una più che positiva immagine dell’Istituto fuori dal territorio catanzarese - di esprimere viva commozione in quanto galatrese e di ringraziare profondamente i ragazzi che danno lustro e onore all’Istituto.


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Nelle immagini, dall'alto in basso: logo dell'Istituto "Da Vinci" di Lamezia Terme; proposta di logo per l'Associazione Valle del Metramo; disegno su Galatro di Michele Manyk; video su galatro di Teresa Caputo; video su Galatro di Aurora Nicotera.

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(9.2.16) IL PENSIERO E' MATERIA, O LA MATERIA E' FATTA DI PENSIERO? (Pasquale Cannatà) - In principio era il nulla,
poi, ad un certo punto, una vibrazione di questo nulla portò alla separazione della materia dall’antimateria (che prima si annichilivano a vicenda) che sono esplose (big-bang) espandendosi in direzioni opposte dando origine circa 15 miliardi di anni fa al tempo ed all’universo come noi lo conosciamo, fatto di costellazioni, galassie, stelle, pianeti.
Sul nostro pianeta si sono manifestate le condizioni perché dalla materia inanimata prendessero origine le prime forme di vita che nel corso di milioni di anni si sono poi evolute fino ad arrivare al culmine rappresentato dall’homo sapiens-sapiens capace di concepire un pensiero astratto (filosofico-teologico e non solo tecnico-pratico come quello di altri animali).
Questo dice certa “scienza”, quella che ancora oggi è ferma alle leggi di Newton che descrivono il mondo come un meccanismo ad orologeria e trovano le loro radici nella vita quotidiana che possiamo osservare ed interpretare con il nostro buon senso: ma se ci limitiamo a considerare solo quello che possiamo vedere e misurare con i nostri sensi non riusciremo mai a capire la stranezza di ciò che accade nel mondo dell’infinitamente piccolo ed in quello dell’infinitamente grande. La fisica quantistica e la relatività introducono delle equazioni che contengono delle variabili tali da spiegare il mondo sub-atomico e l’espansione dell’universo, ma che applicate alle dimensioni a noi vicine non contraddicono la meccanica newtoniana.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio:
si potrebbe pensare che tra questa affermazione dell’apostolo Giovanni e la teoria sull’origine dell’universo detta “delle stringhe” accreditata in ambiente scientifico mondiale (che dice che fu una “vibrazione” ad innescare il “Big Bang”) ci sia contrapposizione, ma io credo invece che ci sia un punto in comune tra creazionismo ed evoluzionismo: credo fermamente che a dare origine a tutto sia stato il suono della Parola di Dio, come è scritto all’inizio della Genesi: «Dio disse: sia la luce! E la luce fu». Quando dunque leggiamo "Dio disse", veniamo a conoscenza che la parola di Dio crea, e così come le nostre parole sono l’estrinsecazione del nostro pensiero, la Creazione è l’espressione del pensiero di Dio: l’universo è manifestazione del suo pensiero, della sua potenza, parola della Sua potenza, come scrive san Paolo nella lettera agli Ebrei, ed è contemporaneamente concretizzazione della potenza della Sua parola, che crea e che è la fonte della vita.
Altra considerazione: tutto ciò che esiste non può prodursi da se (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma diceva lo scienziato/filosofo Lavoisier), altrimenti dovrebbe agire prima di esistere, il che è assurdo! Quindi ci deve essere una causa esterna creatrice di tutto l’universo, attraverso il big bang o in qualsiasi modo Egli abbia voluto fare: questo “ente necessario” noi lo chiamiamo Dio.
In sostanza, la favoletta del "caso" è una spiegazione dell’origine dell’universo meno probabile della creazione da parte di una Intelligenza superiore.
Tornando alla fisica quantistica ed alla teoria della relatività, sappiamo che Max Planck scoprì che elettroni, protoni e neutroni si comportano sia come particelle sia come onde. Infatti, per il principio di indeterminazione di Heisenberg nulla è certo finché non viene osservato, e queste particelle subatomiche hanno il potenziale di essere o un'onda o una particella: tale principio indica anche l'impossibilità di determinare mediante osservazione contemporaneamente la posizione e la quantità di moto di una particella elementare, ovvero la sua massa e la sua energia perché e=mc2 ( l’energia è uguale alla massa per il quadrato della velocità della luce) ed una infinitesima variazione dell’una comporta una notevole variazione dell’altra.
L'esempio migliore del principio di Heisenberg è il paradosso del gatto di Schrödinger: si mette un gatto in una scatola sigillata, collegata a un apparecchio che può avvelenare il gatto in qualsiasi momento, in modo del tutto casuale. Morto o vivo. Heisenberg ci dice che in quella situazione, con la scatola chiusa, il gatto è potenzialmente sia morto sia vivo. Soltanto quando qualcuno apre la scatola e ci guarda dentro, la realtà sceglie uno stato oppure l'altro. Morto o vivo. Molti esperimenti scientifici verificati e riconosciuti hanno confermato a livello degli atomi quello che viene sostenuto nel paradosso del gatto di Schrödinger.
Se dunque la differenza tra onda e particella dipende dalla sua osservazione e misurazione, direi che Dio (che E’ il creatore) è anche il primo e ultimo strumento di misurazione dei quanti e l’osservatore di tutto l’universo. Dio osserva e misura in ogni istante tutto il creato nelle sue 4 dimensioni spazio-temporali e lo fa sussistere grazie al Suo amore che è la quinta e la più importante ed indispensabile dimensione dell’esistenza, che ci avvolge e ci distingue tutti. Se Dio smettesse di amarci anche per un solo attimo, l’universo esisterebbe solo sotto forma di onde (esisteremmo solo nella mente di Dio, saremmo solo un Suo "pensiero" non espresso, non concretizzato dalla Sua "parola" creatrice) e nessuna di esse si trasformerebbe nelle miriadi di particelle che compongono il mondo da noi conosciuto.
Moltissimi secoli prima di Cristo, quando tutti pensavano che il sole fosse l’unica sorgente naturale di luce, nella Bibbia ci viene detto che per prima cosa viene creata la luce: non materia, ma energia, onde ideate in una vastissima gamma di lunghezze distinte (separò) tra le poche visibili (la luce) e le innumerevoli invisibili (dalle tenebre), la stessa affermazione che fa la scienza moderna sull’origine dell’universo (tutto quello che noi conosciamo, diceva lo scienziato John Wheeler, trova origine in un oceano infinito di energia che assomiglia al nulla).
J. Guitton aggiunge che alla luce delle nuove scoperte, l’universo che ci circonda diventa sempre meno materiale ed assomiglia non più ad una immensa macchina, ma ad un "vasto pensiero". Noi siamo un pensiero di Dio che si manifesta concretizzandosi per mezzo della parola della Sua potenza.

E allora, qual è il confine tra materia e spirito? Tra corpo e anima? Tra cervello e mente?
La ricerca attuale dice che siamo entrambe le cose. Siamo l’onda e la particella. Il corpo e l’anima. La vita stessa è un fenomeno quantistico.
Gli scienziati rifiutano la spiritualità, definendo il cervello un complesso computer: secondo molti di loro la coscienza insorge soltanto come sottoprodotto dell’attivazione di una rete di neuroni interconnessi, di fatto una rete neurale, che agisce al livello dei quanti, come un computer quantistico che a differenza di quelli costruiti dall’uomo opera non solo su imput 0 o 1, ma anche con una terza possibilità, lo zero e l’uno.
Aggiungendo questa opzione, compiti che richiederebbero anni per i computer attuali potrebbero essere svolti in poche frazioni di secondo. Il nostro cervello propaga un campo elettromagnetico misurabile, generato dalle complesse interconnessioni tra i neuroni. Alcuni scienziati ipotizzano che la coscienza risieda in questo campo, facendo da ponte tra la materia del cervello e il mondo dei quanti.
E che cos’è la preghiera se non la concentrazione della mente, la concentrazione della coscienza? E, se la coscienza è un fenomeno quantistico, allora anche la preghiera lo è.
La coscienza umana, sotto forma di preghiera, funge da strumento di misurazione dei quanti, influenza il risultato di un fenomeno e lo può cambiare.
In altre parole, …. La preghiera funziona! La fisica quantistica, vagliata e meditata su un piano “filosofico” e teologico, potrebbe far giungere alla conclusione che un pensiero concentrato, altruista e puro, una coscienza pura, che si esprime nella forma di preghiera può cambiare il corso naturale degli eventi: una coscienza pura può trasformare la persona orante in un ‘osservatore e misuratore dei quanti capace di far sì che le famose onde di cui abbiamo parlato e di cui è fatto tutto l’universo si trasformino in particelle di un certo tipo piuttosto che di un altro. Può cioè far sì che alcune cellule, tessuti, ecc. del nostro corpo che sono ammalati si trasformino in organi sani.
In sostanza, non sarebbe temerario affermare che la scienza potrebbe aver spiegato i miracoli, mentre gli atei e quelli che trovano le radici della “scienza” nella vita quotidiana che possono osservare ed interpretare con il buon senso non riescono ad accettarli neanche quando ne sono testimoni, affermando che un giorno la “scienza” sarò capace di spiegare tutto.
Joseph de Maistre chiedeva ai suoi ospiti: «Si può concepire il pensiero come accidente di una sostanza che non pensa?» La nostra risposta è negativa, anzi possiamo ribaltare la domanda affermando che è la materia ad essere formata nella sua essenza da quel “vasto pensiero” ipotizzato da J. Guitton e che noi siamo un pensiero di Dio che si manifesta concretizzandosi per mezzo della parola della Sua potenza.

Articoli attinenti:
(20.11.2001)
Il libero arbitrio tra fisica quantistica ed esperito individuale
(17.2.2009) Dio creò: pensiero, energia, vita
(24.7.2011) Scienza e fede


Nelle immagini: in alto Pasquale Cannatà, in basso un'illustrazione caricaturale del "Gatto di Schrödinger".

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(15.2.16) DUE POESIE DI GERARDO RISO - Gerardo Riso è nato e cresciuto a Laureana di Borrello. Sesto di sette figli, ha conseguito il diploma di ragioniere ma, fin dall'adolescenza, ha coltivato una grande passione per la poesia, per la letteratura e per la lettura in generale. All'età di circa 26 anni ha lasciato il suo paese natìo per lavorare nel nord Italia, vivendo per lunghi periodi a Milano, Brescia, Mantova fino al 1981 quando ha deciso di ritornare nella propria terra. Da pensionato ha continuato a coltivare le sue passioni di sempre: poesia, lettura, piccoli lavori di falegnameria. Egli ama anche stare in compagnia degli amici di un tempo giocando a carte nel circolo del paese. Le sue notevoli doti poetiche ci sono state gentilmente segnalate dal nostro concittadino Luigi Romeo. Vi presentiamo due sue liriche in lingua:

Immensità

Prodigio
di energia e forze celesti,
guardando i tuoi monti,
guardando le tue pianure,
della tua immensità mi rendo conto
e di essa mi sazio
quasi fosse alimento.
Forse per questo infinito,
nell'infinito mi sento.
  Immagine calda

Lo sguardo profondo
che guarda lontano.
Il viso sereno che soffre in silenzio.
E' solo un'immagine su un pezzo di marmo,
ma un'immagine calda
per chi sa vedere.



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(25.2.16) SPIRITUALITA', RICERCA DI DIO O RICERCA DI SE STESSI? (Angelo Cannatà) - «Era ai tempi di Giovanni XXIII – racconta Eco – e un mio anziano amico, nel celebrarne entusiasticamente le virtù, disse (con intento paradossale): "Papa Giovanni deve essere ateo. Solo chi non crede in Dio può volere tanto bene ai propri simili!”» E’ il brano di un epistolario, In cosa crede chi non crede: raccoglie le lettere che Eco e il Cardinale Martini si scambiarono da posizioni filosofiche diverse, ma dialoganti.
Le parole del semiologo tornano in mente oggi, che, con colpevole ritardo, leggo in Giuseppe Neri, Le ragioni di un amore (Editoriale progetto 2000), un altro epistolario: raccontano angosce e bisogno di senso - come l’epistola di Eco - le lettere di Libero, Vita, Emilio, protagonisti del romanzo.
Neri ha una capacità rara: dire in poche battute temi e problemi enormi: “Il Dio che cercavamo sembrava ingiusto: io lo ritrovavo in un luogo particolare, creato apposta; tu, tra la confusione di una storia che si svolgeva fuori, nel mondo. Quale il vero? Il tuo? Il mio?” (p. 129). Non ha importanza, qui, la trama, il lettore la scoprirà leggendo. Individuo un modo di raccontare. Uno stile. Che, da narrativo, si fa filosofico: “non so se ricerchi Dio per amore o per disperazione.” I protagonisti maschili – Emilio (un sacerdote) e Libero – vengono descritti e messi a nudo con capacità psicologica, qualche pagina sembra la trascrizione di confessioni fatte sul lettino di Sigmund Freud: amano la stessa donna - Vita - e nello stesso tempo Dio: due amori difficili, complessi, a tratti impossibili. Una costruzione della mente? Vita sembra prendere coscienza, a un certo punto, d’essere stata simbolo di qualcos’altro. Scrive a Emilio: “Cosa ho fatto per meritare una fine di solitudine, di silenzio? Ti ho dato me stessa, ma pago per averti strappato a Dio e restituito al mondo” (p. 197). E’ la chiave del romanzo. Si cercano le ragioni di un amore. Giusto. Ma è davvero Vita la protagonista? Dio è dappertutto nel testo, ma con accenti Kierkegaardiani, dubbi, angosce, conflitti interiori. C’è molto esistenzialismo nelle pagine di Neri, e si sente - dietro la struttura narrativa - che l’autore filtra il racconto attraverso la filosofia. A volte i riferimenti sono espliciti: “Solo il bisogno di Dio salverà quest’uomo”. “Quando smetterà di sentirsi Prometeo o Nietzsche” (p. 77). Il tema - in molte pagine - è, anche, la provvidenza divina: “Dio muoverà le nostre vite come crederà opportuno” (p. 207); ma ci si arriva per gradi, lentamente - attraverso 36 lettere, flashback, frammenti di dialogo - e domande, problemi, filtrati da una lettura critica di Marx. Il vescovo - al quale Emilio si è rivolto - prova a chiarire i dubbi che lo assillano: “Non si può considerare una dottrina salvifica il marxismo per la sua radice d’ateismo dogmatico. Che vuoi, don Emilio, che mercanteggiamo anche il pensiero di Cristo, lo verniciamo di discorsi estremisti, e lo rendiamo sovversivo?” (p.94). Avrebbe risposto così Papa Bergoglio – il Papa rivoluzionario – alle angosce di un prete?
Testo complesso e accattivante, il romanzo di Giuseppe Neri. Si perde molto a leggerlo soltanto come la storia d’amore del sacerdote Emilio e dell’intellettuale Libero innamorati di Dio e di una donna. C’è di più. Dietro la fabula pulsano idee, problemi, questioni esistenziali, filosofie. “Non sono né eretico né scismatico, Libero, sono un uomo come te che avverte il bisogno d’amare, della vita reale, senza metafisica” (p. 136). Nel romanzo c’è qualcosa di tutti noi, quando – nei momenti più alti – cerchiamo il senso della vita. Senza dimenticare le sconfitte: “Vorrei mettermi a gridare, restituitemi la libertà, il mare, la mia casa… Ma capisco l’assurdità: ognuno di noi vive nella prigione che si è liberamente scelta” (p. 180). Se nelle lettere a Martini, Eco mostra l’umanesimo dei laici, qui Neri racconta le angosce e l’umanesimo dei cattolici. Un romanzo bello e interessante. Utile. Ci aiuta a pensare.

Articolo pubblicato il 14 febbraio 2016 su www.ilfattoquotidiano.it
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Nel disegno in alto: il semiologo Umberto Eco, scomparso di recente.

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(12.4.16) NICOLA SERGIO E VALENTINA GULLACE IN CONCERTO A TORINO E CAMPIONE D'ITALIA - Il duo, composto da musicisti entrambi di origine galatrese, dopo l'ottimo successo conseguito all'Auditorium Comunale di Polistena lo scorso dicembre, si ripropone in due concerti che si svolgeranno rispettivamente:

a Torino, Venerdì 22 Aprile, ore 21.00 presso il Teatro Murialdo, piazza Chiesa della Salute 17;

a Campione d'Italia, Sabato 23 Aprile, ore 20.00, presso il Casinò, Piazzale Milano 2.

Le tipiche atmosfere del musical si potranno rivivere in chiave jazzistica. L'eclettica vocalità di Valentina incontra infatti il pianoforte jazz di Nicola. Ne vien fuori un mélange insolito ma artisticamente accattivante. In basso la locandina del concerto di Torino e una foto di Valentina:


E' possibile acquistare on line i biglietti per il concerto di Torino al seguente indirizzo:
www.ciaotickets.com

Per il concerto di Campione d'Italia le info e le prenotazioni sono:
Tel. +4191 6401111
marketing@casinocampione.ch

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Valentina Gullace


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