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«Il team di ingegneri di OSC Innovation», spiega il galatrese Saverio Ceravolo - CEO della società romana eccellenza nell’impiego di innovazione tecnologica, realtà immersiva, interattiva e aumentata, partner del leader per la robotica industriale KUKA Robotics - «ha implementato un sistema di gestione dei robot in grado di interfacciare un macchinario industriale complesso, come il manipolatore antropomorfo KUKA, con alcuni avanzati ambienti di sviluppo e applicativi, come Maya, Cinema 4D e Unity 3D. Per questo spettacolo abbiamo fornito, insieme a AVS Group, un service globale di altissimo livello, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie impiegate nelle diverse fasi dello show.
Ledwall, video, robot, luci, grafica e messa in onda hanno permesso di dare vita ad uno spettacolo emozionante e innovativo.»
OSC Innovation è una realtà italiana con oltre dieci anni di esperienza nelle tecnologie virtuali, immersive, interattive e aumentate, all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni avanzate(digital app, 3D, VR, AR, video 360°, robotica) che incontrano diversi mondi dall’entertainment all’automazione, dalla formazione e al virtual learning enviroment, dall’automotive al retail, in campo medico-farmaceutico e in ambito culturale, oltre ad offrire un service completo di soluzioni audio-video insieme con il gruppo AVS.
Un momento della sigla del programma con Gigi Proietti
Approfondiamo le tecnologie di ultima generazione proposte alla produzione Tre Tredici Trentatre s.r.l. con alcune domande ad Antonio Depalo - Robotic Department Manager per OSC Innovation.
Un nuovo modo di sperimentare nuove tecnologie e intrattenimento. Siete i primi in Italia, cosa rende unici questi robot?
A rendere unica l’applicazione delle nostre sperimentazioni è l’esperienza che abbiamo nel campo delle nuove tecnologie. La conoscenza che abbiamo acquisito con i robot, infatti, si sposa con l’attitudine all’integrazione con tecnologie all’avanguardia e contenuti multimediali innovativi. In questo caso specifico, ad esempio, a pilotare i robot è fisicamente un media server (il Watchout), non PLC o altri strumenti che da decenni vengono usati nel mondo dell’automazione. Ciò che abbiamo fatto concretamente è stato tirar fuori dall’industria le macchine per metterle al servizio dello spettacolo, e la finalità del nostro lavoro è una collaborazione sempre più stretta fra le macchine e gli uomini nel campo dell’entertainment.
Avete guardato a sistemi utilizzati in altri Paesi?
Esperimenti in tal senso sono stati fatti in America, in Francia e in Korea. A differenza degli altri siamo, però, riusciti a realizzare maggior precisione nei movimenti e utilizziamo superfici di led più ampie con robot di taglia più piccola. Siamo all’avanguardia nell’ottimizzazione del rapporto peso/potenza. A differenza degli altri, che utilizzano dei monitor enormi, noi abbiamo optato per l’uso di ledwall collegati ai bracci meccanici che rende più spettacolare la performance dei nostri robot: la sincronia tra la coreografia e i video, in tal senso, sono una delle particolarità e un valore aggiunto alle prestazioni che siamo riusciti ad ottenere.
Quanto tempo è stato necessario per produrre due macchine che riuscissero ad avere performance da poter utilizzare anche in spettacoli dal vivo?
Siamo operativi da settembre. E poi nei mesi successivi abbiamo testato e fatto continue prove per affinare il nuovo software applicato ai robot.
Per creare una scenografia di questo tipo ci sono varie componenti messe in campo. Quali e come si combinano tra loro?
I ledwall delle scene, i contenuti grafici visibili sia sul ledwall di fondo che sui led manovrati dai robot, ed i movimenti di questi ultimi vengono partorite contemporaneamente. Grazie alla collaborazione con AVS Group, unita alla partnership con realtà come KUKA Robotics, riusciamo a fornire un pacchetto completo nello sviluppo di una scena, a livello di contenuti, implementazione grafica e coreografica. Sono diversi i dispositivi messi in campo, per quanto riguarda l’hardware abbiamo utilizzato ledwall di vari passi e caratteristiche, con l’impiego di un comparto luci Robe, Robot Kuka. L’aspetto della programmazione e dell’impiego di software è più complesso. Le coreografie vengono programmate da un simulatore su animazione Maya e Cinema4D, poi tramite un server che fa da ponte con l’operatore Watchout è possibile richiamare live le coreografie elaborate associandole alle grafiche che vengono proiettate. Rendere la scena sempre più dinamica e coinvolgente, è questo il punto di forza e lo sviluppo dell’intrattenimento.
Quali potrebbero essere gli sviluppi?
I due aspetti fondamentali che saranno sviluppati sono: una collaborazione sempre più stretta con gli umani e interattività. Presto vedremo i robot seguire i movimenti di performer tramite il tracking dei movimenti, o l’integrazione con sistemi di realtà aumentata e virtuale al fine di produrre esperienze immersive… the best is yet to come!